Bingo Pinballs
Created on 07-06-2020
…found this here in 2020 searching on “Cedo questo bel
Flipper BINGO degli anni 90. Flipper”
…nicely written,
Una nuova epidemia che nessuno vuol contrastare
Daniele Chiacchiera Un business, una malattia,
una lavatrice di denaro per criminalità organiz-zata e non solo, la causa di innumerevoli situazioni di povertà: tutto questo è il gioco d'azzardo. In tutte le sue forme, dalla slot-machineal
gratta e vinci. Dalla “bolletta” o “le-gata”
snai, fino alla più classica bisca, da
qualche tempo quasi legalizzata grazie
alla sempre crescente popolari-tà
del Texas hold'em, una variante del poker che permette anche di giocare con soldi veri in una modalità deno-minata cash, dove le singole puntate possono raggiungere anche svariate centinaia di euro.I dati che emergono sul fenomeno sono quanto mai allarmanti. L'Italia risulta infatti essere il terzo paese al mondo, e il primo in Europa, per volume di gioco d'affari. Solo nel 2016 gli italiani hanno speso in gratta e vinci e slot
machines 96 miliardi di euro. A tale dato vanno aggiunte anche le giocate online
che sono difficilmente
conteggiabili, ma che di sicuro
alzano ulteriormente il “fattu-rato”
di questa piaga sociale.Le
agenzie di scommesse, insieme allo
Stato ovviamente, sono le uniche a
trarre beneficio da questo scempio. La
dimostrazione di ciò è data dalle nuove
aperture di sale slot in territori a
bassa densità abitativa come i no-stri.
Basta infatti percorrere una qual-siasi
statale per notare come le sale scommesse
siano molto più diffuse delle
farmacie. Tale fenomeno ha dato vita
ad una vera e propria costituzio-ne
di “Comuni casino”; ossia comuni dove
per ogni abitante vengono scommessi
fino a 2000 euro. E stiamo parlando
di piccoli centri dell'entro-terra
marchigiano, non di Venezia o Campione
d'Italia, dove i dati possono essere
falsati dall'affluenza di turisti italiani
o stranieri non residenti in quel
dato municipio. Per fare alcuni
esempi, la spesa pro capite
per il gioco d'azzardo nel comune
di Fermo è di circa 500 euro ad
abitante. 1770 nel comune di Fale-rone.
In quello di Montegiorgio 1631. Quasi
due stipendi. Una vera e propria tassa.
Tali cifre, poi, non tengono conto
delle giocate su eventi spor-tivi
o dello spettacolo, ma vengono conteggiate
solamente le giocate sulle slot-machines AWP e VLT. In Italia il rapporto abitanti slot è di 143 a 1, ciò significa che nella sola regione Marche ce ne sono circa 10mila.Per conoscenza personale posso affermare che le giocate su eventi sportivi non sono di molto inferio-ri alle giocate su apparecchi slot.
L'unica differenza sono le
probabilità di vincita. Nelle
scommesse su eventi dovrebbero
essere legate alle presta-zioni
degli atleti o alle performancescanore o interpretative (si possono infatti effettuare scommesse su manifestazioni canore come Sanre-mo, eventi politici come elezioni o referendum, vittoria agli oscar. Nelle slot
la percentuale di denaro erogata, invece,
è una percentuale, variabile dal
50% al 70%, di quella immessa nella
macchina. Ciò significa che ogni
10 euro se ne vincono dai 5 ai 7.
Ciò però non sembra scoraggiare i
giocatori. Anzi, l'idea di una vincita suggestiona
ed abbindola sempre più persone,
senza distinzione di reddito ne
di status sociale.Il
profilo del giocatore medio non ha uno
stereotipo ben definito.Nell'immaginario
collettivo possono subito
tornare in mente Er Pomatae Mandrake, che nel capolavoro di Stefano Vanzina ben rappresentavano, in situazioni tragicomiche, due gio-catori di cavalli incalliti che escogi-tavano trucchi e stratagemmi al solo fine di racimolare qualche soldo per scommettere.Ad
oggi, però, il profilo del giocatore tipo
non risulta essere facilmente in-dividuabile.
Ciò probabilmente a cau-sa della
trasversalità sociale con cui tale
fenomeno si sta facendo spazio nella
popolazione. Dai 18 anni in su tutti
giocano. Uomini, donne, ricchi, poveri,
operai, imprenditori, artigiani, insegnati,
impiegati, disoccupati. Tutte
le classi sociali sono coinvolte, ed
in maniera crescente. Lo
testimoniano anche i numeri. Secondo
recenti studi, 30 milioni di italiani
hanno scommesso almeno un euro
in gratta e vinci o slot, e di
questi si stima che tra i 4 ed i 5 milioni
di cittadini italiani giochino somme
considerate “importanti” rispetto
alle loro possibilità economi-che.
Nel 2017, le persone seguite da strutture
specializzate per la cura del gioco
d'azzardo si aggirano intorno alle
200mila. Numeri impressionan-ti,
simili a quelli di un'epidemia. Se però,
nei confronti delle epidemie batteriologiche
c'è la volontà di tutti di
arginarle e di debellarle, in quello delle
ludopatie c'è, invece, la tenden-za
è di favorirla. Si stimano intorno ai
25 miliardi annui gli introiti diretti dello
Stato, che, di conseguenza, ha pochissimo
interesse a contrastare la
diffusione delle agenzie di scom-messe.È impensabile, quindi, che possa giungere dallo Stato la spinta decisiva ad arrestare o quantomeno arginare tale fenomeno. Finora l'unica istituzione che ha cercato seriamente di contrastare tale scempio è stata la Regione Umbria. Dallo scorso settembre ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione, prevenzione, lotta integrata al gioco, favorendo i comportamenti virtuosi, come ad esempio sgravi fiscali per chi decide di rimuovere le slot dal proprio locale, fornendo alternative come attività sportive, ludiche o video-ludiche. E soprattutto facendo prevenzione attraverso l'educazione. Oltre al caso umbro, rarissimi sono i casi in cui un'istituzione intraprende attività di “lotta”, se così la si può chiamare, nei confronti del gioco d'azzardo legalizzato. Le uniche iniziative che si segnalano, o che comunque vengono portate avanti quotidianamente, sono quelle individuali o di associazioni spon-tanee che tentano di sensibilizzare la popolazione facendo luce sul problema. Sono
pochi, ma ci sono, i bar che de-cidono
di togliere, rinunciando anche ad
importanti profitti dal 5% al 7,8% delle
giocate, le slot a seguito delle numerose
storie di persone cadute in disgrazia
a causa del gioco.
A new epidemic that nobody wants to fight`
~